Primo Maggio. In occasione della celebrazione della Festa del Lavoro, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è recato in Calabria dove ha visitato due aziende del comparto agroalimentare del cosentino. In particolare, il Capo dello Stato ha incontrato gli imprenditori e i lavoratori degli stabilimenti GIAS di Mongrassano Scalo e Granarolo di Castrovillari.
Ad accogliere capo dello Stato: il governatore Roberto Occhiuto, la presidente dell’Anci Calabria Rosaria Sucurro, Giovan Battista Perciaccante, presidente di Confindustria Cosenza; Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo; Gaetano Piraino, rappresentante sindacale aziendale dello stabilimento Granarolo. La celebrazione si è conclusa con gli interventi del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, e dello stesso Presidente della Repubblica.
Di seguito uno stralcio del discorso pronunciato da Sergio Mattarella:
“Primo maggio. Festa del Lavoro. Dunque Festa della Repubblica, che i costituenti hanno voluto fondare proprio sul lavoro. È un elemento base, quindi, della nostra identità democratica.
Il lavoro è legato, in maniera indissolubile, alla persona, alla sua dignità, alla sua dimensione sociale, al contributo che ciascuno può e deve dare alla partecipazione alla vita della società. Il lavoro non è una merce. Il lavoro è libertà.
Anzitutto libertà dal bisogno; e strumento per esprimere sé stessi, per realizzarsi nella vita.
Il lavoro deve essere libero da condizionamenti, squilibri, abusi che creano emarginazione e dunque rappresentano il contrario del suo ruolo e del suo significato.
Fattori che rappresentano pesanti impedimenti al cammino dell’intera società.
I dati sull’occupazione registrano nel loro insieme una crescita significativa.
Il trend positivo riguarda larga parte d’Europa, Italia in testa, e questo è motivo di grande soddisfazione per tutti noi e, particolarmente, per il mondo del lavoro.
È una buona notizia che siano aumentati i posti di lavoro, e anche i contratti a tempo indeterminato. Lo è anche la crescita del lavoro femminile.
Naturalmente non dobbiamo dimenticare le disparità sociali e territoriali che perdurano; gli esclusi; il fenomeno dei lavori precari e sottopagati. Il basso livello retributivo di primo ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, che induce tanti di loro a recarsi all’estero a condizioni migliori.
Non vanno dimenticate le difficoltà di chi sopporta una disabilità, il peso degli oneri di assistenza che non di rado spingono nel bisogno anche famiglie di chi un lavoro ce l’ha.
Bisogna favorire il dialogo sociale tra impresa e sindacati, tra istituzioni di livello diverso. Il dialogo tra Regione, Comuni, aziende, cittadini.
Nella storia repubblicana, dal confronto tra istituzioni e parti sociali sono giunte spinte importanti per il progresso e per la definizione e la diffusione dei diritti, per l’ammodernamento delle stesse imprese.
I corpi intermedi sono un elemento caratterizzante del disegno della nostra Costituzione e recano beneficio all’Italia.
Il movimento sindacale – portatore di valori democratici – è interlocutore insopprimibile per lo sviluppo di una fruttuosa contrattazione collettiva, di settore e aziendale.
Servono più alti standard nella sicurezza, nell’impatto sul suolo, sull’aria, sulla qualità degli alimenti, accrescono il benessere, la vivibilità.
Occorre inserirsi con sagacia nelle direttrici che hanno valore strategico per il futuro dell’Europa. La transizione ambientale e quella tecnologico-digitale richiedono di essere pronti agli appuntamenti.
Abbiamo la capacità di guidare e di progettare i processi di innovazione: possiamo averne l’ambizione. L’Europa – e in essa l’Italia – deve essere protagonista a livello globale.
Il Mezzogiorno d’Italia è parte dell’Europa. Ed è decisivo per il suo futuro, insieme ai vari Sud del Continente. Lo sviluppo della Repubblica ha bisogno del rilancio del Mezzogiorno. È appena il caso di sottolineare come una crescita equilibrata e di qualità del Sud d’Italia assicuri grande beneficio all’intero territorio nazionale. Una separazione delle strade tra territori del Nord e territori del Meridione recherebbe gravi danni agli uni e agli altri.
È ben noto che il lavoro è una delle leve più importanti di progresso e di coesione sociale.
Con l’istruzione, con la manifattura, con i servizi, adesso con le nuove attività basate sul digitale, il lavoro è l’ascensore sociale che rende la nostra una società aperta e libera.
Non possiamo ignorare le aree di marginalità e di sofferenza: ne va della pienezza della cittadinanza.
I lavoratori migranti sono parte essenziale della produzione agricola e delle successive trasformazioni dei suoi prodotti.
Ma, in alcuni casi, aree grigie di lavoro – che confinano con l’illegalità, con lo sfruttamento o addirittura se ne avvalgono – generano anzitutto ingiustizia e, inoltre, insicurezza, tensioni, conflitti. E offrono spazi alle organizzazioni criminali. Vigilare, quindi, è un preciso dovere, sulle delinquenziali forme di caporalato. Sulle condizioni inumane in cui vengono, in alcuni casi, scaraventati lavoratori stagionali, talvolta senza nome né identità.
Siamo una nazione che ha conosciuto i drammi e le sofferenze degli emigranti e avvertiamo il dovere di rifiutare di riviverli al contrario. La gestione legale dell’immigrazione rappresenta una priorità. L’Italia e l’Europa hanno la forza per affrontarla compiutamente. Purtroppo, fin qui è mancata, tra i Paesi dell’Unione, la lungimiranza e la necessaria solidarietà. Un tema prioritario per il quale è necessario un impegno determinato ed efficace è quello del contrasto alla piaga degli infortuni sul lavoro. Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre. Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse – anche una sola – è inaccettabile.
Abbiamo tanta strada da fare e disponiamo delle risorse morali e materiali per preparare il futuro senza cedere né alla paura, né alla sfiducia.
Auguri a chi promuove lavoro, a chi lo difende, a chi lo cerca, a chi desidera migliorarlo, a chi ha concluso la sua esperienza lavorativa”. (Info e foto quirinale.it)
Accogliendo in pieno la riflessione del Presidente Mattarella, Efei Organismo, Onaps, SSML Città di Cuneo, SSML Città di Lamezia Terme, augurano buona festa a tutti i lavoratori con uno sguardo al futuro, dedicando un minuto di silenzio e un pensiero di profonda commozione a chi ha perso la vita proprio mentre lavorava per guadagnarsi da vivere.
Buon Primo Maggio a tutto il mondo del lavoro