C’è tempo fino al prossimo 5 aprile per partecipare alla seconda edizione del concorso “Archivio delle buone pratiche per la salute e sicurezza sul lavoro nei cantieri temporanei o mobili”, promossa dall’Inail congiuntamente al Coordinamento tecnico interregionale per la salute e la sicurezza sul lavoro e al Consiglio nazionale degli ingegneri.
A chi si rivolge il bando. Al concorso possono partecipare le imprese che operano nel settore delle costruzioni, i coordinatori per la progettazione ed esecuzione lavori e i professionisti, in forma singola o associata, iscritti agli albi professionali afferenti al settore delle costruzioni, gli enti pubblici e gli organismi paritetici del settore delle costruzioni.
Fino al 5 aprile 2024 l’invio online di buone pratiche in edilizia. La scadenza, fissata al 5 febbraio, è stata rimandata alle ore 18,00 del 5 aprile 2024. Il rinvio potrà consentire ad aziende e professionisti di avere più tempo a disposizione per elaborare e inserire online le buone pratiche per la sicurezza nei cantieri edili.
Schede e moduli online da compilare in un’unica sessione. Fino al 5 aprile 2024 sarà disponibile sul sito dell’Inail la procedura online di partecipazione, distinta in tre fasi da eseguire in un’unica sessione. Dopo aver compilato la scheda di iscrizione suddivisa per categorie, i candidati devono caricare i modelli di liberatorie e autorizzazioni e la dichiarazione di veridicità e conferma dei dati. Nella terza e ultima fase, infine, devono spedire la scheda tecnica con la descrizione e l’autovalutazione del progetto.
https://www.inail.it/cs/internet/attivita/prevenzione-e-sicurezza/promozione-e-cultura-della-prevenzione/concorso-buone-pratiche-2023.html
I premi. Per ogni categoria potranno essere premiate fino a tre buone pratiche, a cui andrà un premio in denaro pari a cinquemila euro per il primo classificato, duemila euro per il secondo e mille euro per il terzo, oltre alla pubblicazione su riviste di settore e alla trasmissione alla Commissione consultiva permanente per la procedura di validazione come “buona prassi”. (Fonte Inail).